La disinformazione sul cambiamento climatico è stata uno dei filoni più presenti nella discussione pubblica nei mesi che hanno preceduto le elezioni europee, come rilevato nei brief mensili dello European Digital Media Observatory (EDMO) e nei bollettini quotidiani della sua Taskforce sulle elezioni europee. Il tema riguarda anche le energie rinnovabili, che sono al centro della transizione energetica, cioè del processo di abbandono dei combustibili fossili. Ciò ne fa uno dei principali bersagli di questa disinformazione.
I negazionisti climatici non hanno smesso di screditare la scienza del cambiamento climatico, per sostenere la falsa credenza che non ci siano prove della sua realtà, delle sue cause e della serietà delle sue conseguenze. In Italia il negazionismo è stato abbracciato da politici di diversa estrazione ideologica, come Matteo Salvini a Marco Rizzo, e in molti altri Paesi dell’Unione Europea la situazione è simile.
Il negazionismo oggi, sempre più di frequente, alimenta anche narrazioni disinformative che prendono di mira le soluzioni contro il cambiamento climatico. Tra queste narrazioni ci sono quelle che attribuiscono alle turbine eoliche presunti effetti nocivi sulla salute umana. Secondo una di queste esisterebbe perfino una malattia, chiamata “sindrome delle turbine eoliche”, che sarebbe causata dal rumore e dagli infrasuoni generati da questi impianti.
La prima a teorizzarla è stata una pediatria e psichiatra americana in un libro autopubblicato che si limitava a raccogliere le testimonianze di persone che vivevano vicino a turbine eoliche, senza applicare nessuna metodologia scientifica per verificarle. L’esistenza di questa presunta sindrome è stata poi sfruttata da gruppi anti-eolico, soprattutto in Australia. Diversi studi hanno dimostrato che i suoi sintomi sono generici e riconducibili a diverse condizioni e sono influenzati soprattutto da aspettative e opinioni negative nei confronti dell’energia eolica.
Collegata a questo filone, a marzo del 2024 si era diffusa la falsa notizia che in Francia le turbine eoliche fossero state dichiarate illegali. A farla circolare in Rete, come aveva riportato il sito di fact-checking AFP-Faktencheck, erano stati diversi blog tedeschi e politici del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AFD). La notizia era infondata perché i blog avevano dato un’interpretazione fuorviante di una sentenza che riguardava la protezione dal rumore. Le turbine eoliche in Francia non erano state messe fuori legge.
A maggio dello stesso anno invece in Germania un video pubblicato su TikTok aveva generato un allarmismo infondato: le turbine eoliche causerebbero il cancro attraverso il rilascio di materiale pericoloso. Il filmato mostrava la pala del rotore di una turbina, che sarebbe stata installata appena due anni prima, ma appariva già danneggiata dall’erosione. Nella descrizione del video si affermava che questa pala diffondeva nell’ambiente particelle fini di fibra di vetro e resina epossidica che sarebbero cancerogene se inalate. Dal video, tuttavia, non risultava chiaro se la pala fosse davvero in funzione da soli due anni.
Il sito di fact-checking tedesco Correctiv aveva contattato alcuni esperti, che avevano descritto la pala come un “caso estremo”. Di norma, le turbine eoliche vengono sottoposte a manutenzione prima che il loro strato protettivo sia eroso a tal punto da danneggiare i materiali. Secondo gli esperti, comunque, non c’è un reale rischio per le persone che vivono nei pressi degli impianti eolici, che devono essere per legge collocati a diverse centinaia di metri dalle aree abitate. Una distanza sufficiente a prevenire che eventuali rilasci di materiale possano rappresentare un pericolo.
Notizie simili, ugualmente senza fondamento, circolano da tempo in Rete. Nell’aprile del 2024 un post in lingua svedese, diventato virale su Facebook, aveva fatto affermazioni scorrette sulle microplastiche che sarebbero prodotte dalle turbine eoliche. Si trattava di una notizia che circolava da anni e che riguardava una sola turbina in Finlandia. Secondo chi l’aveva fatta circolare, questo impianto, dopo dieci anni di funzionamento, aveva emesso due tonnellate di microplastiche, un quantità notevolmente esagerata. Esperti hanno smontato questa teoria, spiegando che una turbina non potrebbe funzionare se perdesse così tanto materiale. Inoltre, non c’era nemmeno alcuna prova che questo materiale fosse stato davvero pesato.
Altre narrative disinformative sull’energia eolica la accusano di danneggiare gli animali e l’ambiente.
Una lettera pubblicata a ottobre 2023 su un giornale locale bavarese denunciava presunti aborti e malformazioni tra le renne norvegesi a causa delle vibrazioni prodotte dai vicini parchi eolici. Ma, come aveva scritto AFP-Faktencheck interpellando alcuni esperti, non c’è alcuna evidenza di questo fenomeno, anche se la presenza di turbine eoliche può modificare il modo in cui questi animali si distribuiscono negli habitat circostanti.
Alle turbine eoliche è stato imputato anche di essere tra le maggiori cause di morte degli uccelli a causa delle collisioni con le pale. La tesi, sostenuta anche dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si fonda su interpretazioni scorrette di alcuni studi. Come dimostrano i dati riportati dal sito ClimateFeedback, è vero che le turbine eoliche possono uccidere gli uccelli, ma in misura molto inferiore alla mortalità dovuta ad altre cause antropiche, comprese le fonti energetiche fossili, e perfino a quella causata dagli attacchi dei gatti domestici.
Infine, è emersa di recente una narrativa contro le turbine eoliche che mette in dubbio la loro sostenibilità ambientale. A febbraio 2024 Facta aveva verificato una foto, pubblicata su X, che mostrava pale eoliche interrate, accompagnata da un commento che affermava che non si possono riciclare. Il contenuto era impreciso, perché esistono già modi per riciclare le pale eoliche, sebbene sia vero che attualmente ciò non avviene ancora su larga scala.
Questo genere di narrative dà una rappresentazione priva di contesto e parziale dell’impatto ambientale delle diverse fonti energetiche, esagerando quello delle energie rinnovabili rispetto a quello causato dai combustibili fossili, a partire dallo stesso cambiamento climatico. Un altro esempio recente è uno studio cinese che, secondo alcuni post condivisi sui social media, avrebbe dimostrato che le turbine eoliche causano la siccità. Lo studio tuttavia si limitava a evidenziare che in alcuni parchi eolici in Cina l’umidità del suolo era diminuita. Un fenomeno che non è equiparabile alle siccità che, invece, stanno diventando più frequenti e intense e causa del riscaldamento globale antropico.
Facta è un progetto che si occupa di contrastare la disinformazione e la circolazione di notizie false. Da marzo 2021 Facta è membro dell’International Fact-Checking Network (Ifcn), firmatario del suo Codice dei principi ed è una testata registrata presso il tribunale di Milano.
A Fuoco ritorna a settembre
Quella che avete appena letto è la quarantesima puntata di “A Fuoco”, una newsletter su clima e disinformazione. Vorremmo cogliere l’occasione della cifra tonda per dire due cose: la prima è un grazie dal più profondo del cuore a tutte le persone – e siete tante e tanti, accidenti – che da settembre a oggi hanno deciso di accordare la loro fiducia a questo spazio virtuale. Siamo partiti da zero e pian piano siamo diventati una comunità, fatta di persone che scrivono, che leggono e che discutono. Accendere questa fiamma è stato un privilegio, tenerla in vita sarà la nostra missione.
La seconda cosa che volevamo dirvi è che “A Fuoco” si prende una piccola pausa, ma per una buona ragione. Nelle scorse settimane abbiamo infatti ottenuto il rifinanziamento del progetto e ciò significa che è giunto il tempo di mettere insieme una nuova squadra di autori e autrici per ripartire a settembre. Torneremo con il solito spirito ma con più ambizione, con una nuova veste grafica e con tante sorprese che vi racconteremo a tempo debito. Vedetela come la fine della prima stagione, insomma, tra due mesi si torna a fare sul serio.
Non perdiamoci di vista.
Grazie per il servizio che fornite
è davvero avvilente che si diffondando così rapidamente fake news sulle fonti a basse emissioni. Ma non è una storia nuova: pensate alla narrazione catastrofista e completamente avulsa dalla realtà cui è stato soggetto il nucleare negli ultimi 40 anni (con grande gioia dei produttori/distributori di fossili).